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al testo di Giuseppe Carlo Airaghi
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Qui dove tutto ci dimostra che è solamente febbraio (quale altra definizione potremmo azzardare?) sediamo, dando le spalle al senso di marcia, sedotti dall'illusione che tutto sia un gioco che potremo interrompere al richiamo per la cena, una specie di autoconsolazione, un lieto fine scontato in dissolvenza. Ci arrendiamo al sollievo della rassegnazione della sera, mettendo a tacere l'impressione sgradita di non aver compreso appieno i segni che avrebbero potuto rivelarci i motivi. Il traffico è un alone trascurabile sulla condensa umida dei vetri, le donne che attraversano la strada sono donne bellissime nei loro cappotti di luce, nei loro volti di erba nuova, nelle promesse dei loro silenzi. Persino il conducente del tram, a quest'ora di sera, nel tepore che stordisce accarezza i propri desideri muti nel silenzio di uno sguardo dritto sulla strada e abbozza un sorriso di foglia verde malgrado il buio di questo febbraio. |
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